PAOLO ZERO-T CAPEZZUOLI, The price we pay for Lunacy
Inaugurazione 30 Novembre 2023 h 19:00, Via Argelati n° 24, 20143 Milano (MI)
Fino al 03 Febbraio 2024
PAOLO ZERO-T CAPEZZUOLI
The price we pay for Lunacy
Inaugurazione giovedì 30 novembre 2023
fino al 27 gennaio 2024
La galleria Patricia Armocida è lieta di annunciare The price we pay for Lunacy, mostra personale di Paolo Zero-T Capezzuoli, inaugurazione giovedì 30 novembre 2023.
Per l’occasione saranno esposte 11 fotografie, 8 sculture in ceramica, 3 anelli d’argento, 5 impressioni su tavole in legno, 4 tempere su carta e tessuto.
T.S. Eliot nel saggio Tradizione e talento individuale, scrive: “Tanto più perfetto sarà l’artista, tanto più compiutamente separati saranno in lui l’uomo che soffre e la mente che crea; tanto più perfettamente la mente digerirà e trasformerà le passioni che sono il suo materiale”.
Così come l‘ostrica crea la perla dal fastidio causato dal granello di sabbia, la manifestazione creativa non sempre ha origine da una bella esperienza. Lunacy è la follia, il “difetto” di cui l’artista si fa carico per creare.
“Nella realtà che si osserva c’è sempre un lato nascosto e non necessariamente la parte oscura è negativa”, dichiara Zero-T.
Da questa riflessione sono nate le sue ceramiche che obbligano lo spettatore a non fermarsi alla superficie. Per capire ogni scultura, in tutta la sua profondità, ci si deve muovere, interagire coi volumi; le forme mutevoli di ciascuna dipendono dal punto di osservazione.
Esse sono unità formate dall’equilibrio tra gli opposti: positivo/negativo, pieno/vuoto, in rapporto di corrispondenza e ogni lato ha un po' dell’uno e dell’altro.
Le sculture in ceramica bianca, ossido di ferro, argilla e graffiate da scalfitture ispirate alle incisioni rupestri, necessitano di diverse fasi di lavorazione.
“La cottura delle ceramiche ha un lato inaspettato, la reazione chimica che avviene nei vari passaggi non si può controllare completamente. Il tempo, nel forno, cambierà le cose e, così come nella realtà la casualità da un contributo al suo risultato finale”.
L’imprevedibilità è la caratteristica che Paolo esplora anche nell’uso delle Polaroid. La luce reagisce sulle istantanee, alterando i colori dopo lo scatto e l’esito è inaspettato.
Zero-T durante i suoi viaggi, utilizza questa tecnica fotografica per catturare informazioni: a volte ne estrae pattern, volumi, geometrie e composizioni, altre ne ricava atmosfere e palette cromatiche che trasferisce nei suoi gouaches e nelle sue opere.
Sulla cornice bassa delle Polaroid spesso annota idee e intuizioni del suo processo creativo che fa da legante a tutto il suo lavoro.
Queste istantanee fotografate a loro volta col banco ottico in un formato più grande, dando un maggiore impatto visivo, evidenziano dettagli e difetti prima impercettibili come parte determinante della composizione. Ciò porta a una nuova percezione del soggetto, a una dimensione più profonda di lettura, stratificata a più livelli.
L’uso della luce e le geometrizzazioni migrano costantemente nell’eterogenea ma contigua produzione artistica di Zero-T.
Il tema luce/oscurità - movimento/staticità si traduce anche nella scelta di Paolo della tecnica a impressione, in camera oscura, per trasferire i suoi disegni grafici su tavole in legno multistrato, trattate con l’emulsione di gelatina ai sali d’argento.
L’impressione è molto vicina al modo in cui ricordiamo le nostre esperienze, attraverso la luce riceviamo informazioni che si proiettano, fissandosi nella nostra mente.
Appunti visivi, associazioni e intuizioni sono registrati da Paolo nei suoi Black Books, ovvero quei carnets de voyage che l’artista porta da sempre con sé. Il processo di creazione, cifra stilistica di Zero-T, assume un valore pari all’opera finale.
Per l’occasione, estratti dei suoi progetti sono raccolti in un volume inedito: un atlante visivo di riferimento contenente frammenti, appunti grafici, schizzi, nessi e ispirazioni, idee e visioni che l’artista ha sviluppato attorno al concept della mostra.
Lo spettatore può ripercorrere, così, le fasi di progettazione delle opere in esposizione e ne vive, scoprendole, una conoscenza tangibile, utile alla comprensione dell’articolato universo artistico di Zero-T.