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Artsy

PAOLO ZERO-T CAPEZZUOLI


PAOLO ZERO-T CAPEZZUOLI

“Il desiderio del ‘luogo altro’ genera la vita errante e questa, a sua volta, favorisce l’atto creativo.”

Del nomadismo. Per una sociologia dell’erranza - Michel Maffesoli

 

Il titolo Displacement, ovvero delocalizzazione, è legato alla vocazione nomade del processo creativo dell’artista in grado di proporre lavori che portano con sé la sintesi armonica di luoghi, ambienti e linguaggi.

 

È un nomadismo di ricerca, nello spazio e nel tempo, con cui l’artista ha contaminato in primo luogo il suo stile. Riversandolo nelle sue opere insieme alla scelta di materiali, metodi di lavorazione e attitudini provenienti da diverse culture e sub-culture, Paolo Zero-T è riuscito in una sinergia solida e riconoscibile.

 

Ogni opera riflette quindi il concetto di contaminazione simbolica e culturale che diventa vera e propria modalità di creazione artistica.

 

Struttura, forma, consistenza dei materiali, dimensioni e portabilità sono le dinamiche primarie che permettono allo stile di Zero-T di abitare luoghi inediti di una mappa ideale, di essere transitorio senza diventare effimero.

 

L’insieme delle opere include creazioni che vanno da tappeti lavorati in Nepal a sculture in legno di ebano africano, da opere in ceramica con iscrizioni e simbologie scalfite alla maniera dei graffiti preistorici, a lavori pittorici e fotografici che richiamano l’archivio dei ‘Black Books’, ovvero quei carnets de voyage che l’artista porta da sempre con sé. In ogni opera è intrinseco il codice dei Graffiti, ambito artistico nel quale Paolo Zero-T è stato uno dei pionieri e rimane una delle personalità più valide e influenti. Il risultato è un transgenico distillato di modi operandi, tecniche e stili.

 

Displacement è la sintesi naturale, non solo visiva, delle caratteristiche estetiche delle origini dell’artista con quelle dei luoghi con cui è entrato in contatto, in uno scambio fluido e costante tra attitudine, visione e costruzione dell’opera.

 

testo di Francesca Holsenn

 

 

Paolo Zero-T nasce a Poggibonsi in Toscana nel 1968. Visual artist e designer, la sua creatività si esprime attraverso pittura, fotografia, scultura, tipografia e interazioni tra forme e materiali.

Il suo percorso artistico comincia a metà degli anni Ottanta nella crew italiana CMC (Color Melodiez Combo) diventando uno dei pionieri del graffiti writing, disciplina per cui verrà riconosciuto come parte del collettivo internazionale TDS (The Death Squad), storica crew originaria di New York e attiva fin dagli anni Settanta.

È con la collaborazione con Slam Jam, azienda leader nella comunicazione e distribuzione di brand internazionali legati ai movimenti underground, cominciata nel 1989, che il talento e l’attitudine di Paolo Zero-T diventano importanti elementi di connessione tra moda e street culture.

L’artista ha infatti affiancato e coadiuvato fin da subito la visione di Luca Benini in quella che è stata la nascita di Slam Jam, sviluppando Combo, uno dei primi brand italiani di streetwear, fino a diventare l’art director del venticinquesimo anniversario dell’azienda, disegnandone in particolare il logo che ha siglato le produzioni di brand come Stussy, Carhartt, Head Porter, per nominarne alcuni.

In continuo movimento tra New York, Parigi e Tokyo, la sua produzione artistica vanta acquisizioni nella collezione permanente della Fondazione De Mitri e la presenza nella mostra collettiva THE BRIDGES OF GRAFFITI durante la Biennale dell’Arte di Venezia nel 2015.

In questa occasione Paolo Zero-T presenta Displacement negli spazi della Galleria Patricia Armocida a Milano.